La Santa Alleanza

Poco dopo la conclusione del congresso di Vienna, venne firmato un accordo, detto Santa Alleanza, fra Austria, Prussia e Russia.

Era un accordo politico con il quale le tre potenze che avevano sconfitto Napoleone si impegnavano ad aiutarsi reciprocamente, in uno spirito di fratellanza cristiana.

La Santa Alleanza era intesa come uno strumento per difendere le decisioni prese durante il Congresso di Vienna; significava difendere la religione cristiana dagli attacchi laici. La Santa Alleanza divenne custode inflessibile della Restaurazione, vegliò sull'Europa perché l'ordine non fosse turbato da idee rivoluzionarie; se si fosse verificato gli eserciti delle tre potenze sarebbero intervenuti.

La Santa Alleanza aveva il diritto di intervenire nelle vicende interne di un altro Stato.

Tratto da Storia Più, Jemolo - Ventura SEI a cura di Camilla B.

Le idee di unificazione in Italia

Liberali e conservatori

Le idee della rivoluzione portarono i sudditi e voler diventare liberi cittadini di stati moderni e dinamici.

Molti esponenti (soprattutto borghesi) di quest'idea proponevano riforme che li facessero partecipare alla vita politica dello stato. I sostenitori di questa tesi furono i "liberali" chiamati così perché sostenevano che tutti dovessero avere libertà politiche, civili, religiose ed economiche. Queste libertà dovevano essere stabilite da leggi perciò i liberali erano contro le monarchie restaurate.

I liberali erano divisi principalmente in due gruppi:
  1. alcuni (la maggioranza) volevano che continuasse a governare una monarchia, ma con una costituzione;
  2. altri (la minoranza) pensavano che la monarchia fosse superata e pretendevano al governo una repubblica.

Fra i monarchici liberali c'erano due idee:
  1. la prima diceva che solo i ricchi dovevano avere il diritto di voto;
  2. la seconda che tutti dovevano avere il diritto di votare.
Inoltre i liberali sostenevano che ciascun popolo formava una nazione che doveva essere autonoma e indipendente, che doveva decidere da sé le proprie leggi e il proprio governo.

Contrari a tutte queste idee erano soprattutto gli aristocratici che volevano preservare la precedente forma di governo.

I fallimenti dei moti liberali

Nel 1820 e nel 1830 i moti delle carbonerie fallirono e la società segreta non era in grado di guidare la rivoluzione perché:
  • l'eccessiva segretezza impediva la precisa conoscenza degli scopi che si dovevano raggiungere;
  • all'interno delle società convivevano idee politiche diverse;
  • si illudevano di poter collaborare con i sovrani;
  • il popolo non era coinvolto nella rivoluzione.
Così nacquero nuovi programmi politici per trovare una soluzione migliore ai problemi italiani.

I problemi italiani e le soluzioni federaliste.

Erano molti i problemi italiani, uno dei tanti era l'indipendenza: l'Italia doveva liberarsi dall'Austria.
Tanti volevano una soluzione rispettosa delle differenze tra i diversi stati italiani e volevano una federazione o confederazione.
Si distinguevano in neoguelfi, monarchici e repubblicani.
  • Vincenzo Gioberti era il caposcuola dei federalisti neoguelfi.
  • Cesare Balbo era monarchico.
  • Carlo Catteneo diede un importanza laica e repubblicana.
Tratto da Storia Più, Jemolo - Ventura - SEI a cura di Tommaso L. e Simone V.

I moti del 1830

Luigi Filippo nel 1830 diventa re di Francia.
Questa nomina accende alcune speranze in Italia, dove scoppiano alcuni moti insurrezionali nei ducati di Modena e Parma.

L'iniziativa partì dal borghese Ciro Menotti. Egli voleva dare inizio ad una espansione dei ducati del centro Italia in tutta la penisola. Menotti credeva di poter ottenere la collaborazione di Francesco IV (duca di Modena), ma il duca stava dalla parte dell'Austria e con Menotti faceva il doppio gioco.
Il 3 Febbraio 1831 Menotti fu arrestato con gli altri capi della rivolta, ma (non si sa il perché) la rivolta si scatenò comunque e si espanse anche nello Stato della Chiesa.
Alla rivolta il popolo non fu interessato e mancò lo sperato aiuto della Francia; allora l'Austria pacificò la parte nord-est dell'Italia.
Alla fine Ciro Menotti fu impiccato.

Tratto da Storia Più - Jemolo Vantura SEI a cura di Lorenzo P.

I moti del 1820-21

Il Congresso di Vienna (1814-15)

Il congresso di Vienna vuole riportare la situazione che c'era prima della Rivoluzione Francese: processo di Restaurazione (immagine). Nobiltà e clero tornano ad occupare le antiche posizioni di privilegio; le libertà civili ed economiche (opinioni politiche da esprimere e discutere, libero spostamento, scelta ed esercitazione di un lavoro) vengono invece abolite.
Si diffonde una concezione reazionaria: si spera che l'alleanza fra lo Stato e la Chiesa che aveva garantito pace e prosperità nel Medioevo possa rinascere.
I sovrani sanno però che non potrà mai succedere e per difendere il loro potere applicano censure ai giornali (immagine) e potenziano le forze di polizia, accolgono la coscrizione obbliga e creano un'efficiente burocrazia, che tiene sotto controllo tutta la società.
La borghesia dell'Inghilterra, della Francia e dell'Italia settentrionale, dinamica e intraprendente, viene condizionata dagli avvenimenti della Rivoluzione:
  • abolizione dei diritti feudali: dà maggiori libertà ai contadini e ammodernamento agricoltura
  • abolizione dei titoli nobiliari: cancella l'aristocrazia e perette a persone di qualsiasi provenienza di affermarsi nella società
  • allargamento del diritto di voto: porta al potere i rappresentanti del popolo
  • confisca dei beni del clero e della nobiltà: grandi proprietà passano sotto il controllo di imprenditori agricoli abili e determinati
  • nuove leggi più moderne: contribuiscono e sviluppare attività economiche
  • abbattimento delle dogane: creano un mercato di enormi dimensioni con intensi commerci
Le classi dirigenti che dovevano guidare l'Europa dopo il Congresso di Vienna non tengono conto di questo e costruiscono un ordinamento fragile, destinato a subire duri attacchi e a crollare nell'arco di pochi decenni.


Un'Europa divisa

Dopo il Congresso di Vienna, l'Europa è un mosaico non solo di territori, ma anche di formazioni statali, economie, popolazioni, culture e lingue.

Nell'Europa settentrionale ed occidentale c'erano gli Stati "nazionali" di grandi dimensioni (Spagna, Portogallo, Francia, Inghilterra), mentre nella fascia centrale vi sono numerosi Stati di piccole dimensioni (Stati italiani, tedeschi, ecc ... ). A est, invece, si trovano tre grandi imperi multinazionali, cioè con popoli di culture diverse.


Anche in campo politico gli stati sono molto diversi. A occidente i governi erano più liberali, mentre ad oriente c'erano ancora delle monarchie assolute.

Dal punto di vista economico, l’Europa occidentale era costituita da stati più evoluti che concorrevano a creare un'economia in forte sviluppo. A oriente, invece, esisteva una realtà molto arretrata.
Infine, mentre nell'Europa occidentale era cresciuta una borghesia forte e numerosa, a oriente continuava il predominio di un'aristocrazia legata alla terra e fedele alla monarchia.


Tratto da Storia Più, Jemolo - VEntura, SEI a cura di Luca M. e Francesca F.