I totalitarismi in Europa - Cronologia

1917

I bolscevichi prendono il potere in Russia

1918-1920

Guerra civile in Russia

1919

Benito Mussolini fonda i Fasci di Combattimento

1919-1920

Biennio rosso” in Italia

1921

Nasce il Partito Comunista Italiano

1922

Mussolini al potere dopo la “marcia su Roma”

1923

Tentativo fallito di colpo di stato da parte di Hitler

1924

Morte di Lenin. Inizia la dittatura di Stalin

1925-26

Leggi fascistissime” che sopprimono le libertà democratiche

1929

Crollo della Borsa di New York (Wall Street)

1929

Patti Lateranensi tra Italia e Chiesa

1933

Hitler diviene Cancelliere (primo ministro)

1935

Leggi razziali in Germania contro gli ebrei (leggi di Norimberga)

1935-36

L'Italia conquista l'Etiopia

1936

Patto tra Mussolini e Hitler

Il nazional-socialismo in Germania

La grave crisi economica del 1929, che dagli Stati Uniti si era trasferita in Europa, fece ripiombare la Germania, che non aveva più i finanziamenti americani, nella catastrofe: 6 milioni furono i disoccupati.

Hitler utilizzò il malcontento popolare e decise di partecipare alle elezioni politiche. Nel 1930 ottenne voti, nel 1932 la maggioranza relativa (cioè il suo fu il partito più votato, anche se non raggiunse il 50% dei voti) e venne nominato Primo Ministro (confronta la vicenda di Mussolini...).

Pochi mesi dopo un misterioso incendio distrusse il parlamento tedesco (“Reichstag”): Hitler incolpò i comunisti di questo fatto, così grave per la democrazia, e poté dichiarare uno “stato di emergenza”. In qualità di Primo Ministro sospese la Costituzione, soppresse la libertà di parola, tolse ogni potere al Parlamento, diede poteri illimitati alla polizia. L'anno dopo, vinte le ultime elezioni politiche, soppresse tutti i partiti.

Restava un solo potere in grado di controllare il dittatore: il Presidente della Repubblica Hindenburg. Questi morì nel 1934 e Hitler ne prese il posto, diventando capo dello Stato e comandante dell'esercito (“führer” = capo supremo) . La Germania era diventata una dittatura, ribattezzata “terzo reich”. La svastica divenne il simbolo dello Stato.



Per controllare la società Hitler tolse ogni diritto ai cittadini. All'esercito, a volte contrario al nazismo, affiancò un gruppo speciale, chiamato squadre di protezione (“SS”), a lui fedele. Alla polizia di Stato si affiancò una polizia segreta (“Gestapo”) che poteva agire senza controllo.

Fin dal 1933 Hitler costruì campi di concentramento (“lager”) nei quali internò avversari politici, criminali comuni, persone “sgradite”.

Hitler realizzò molte opere pubbliche e, violando i trattati di pace, avviò il riarmo della Germania tra l'euforia degli industriali. La guerra poteva essere, secondo Hitler, la soluzione ai problemi economici.

Iniziò a discriminare i tedeschi ebrei, promulgando nel 1935 le “leggi di Norimberga” che toglievano loro il diritto di cittadinanza; acconsentì ad azioni violente nei loro confronti, come la “notte dei cristalli” nella quale furono distrutti i negozi degli ebrei. Chi tra loro poteva permetterselo, emigrò.

Iniziò, segretamente, a uccidere anche gli “ariani” malati di mente o disabili.

Attraverso il controllo della vita quotidiana del popolo tedesco trasformò il suo regime in un totalitarismo (vedi appunti sul fascismo...).

Spinto dall'ideologia nazionalista della “rivincita tedesca”, Hitler strinse un'intesa militare con l'Italia (vedi scheda sul fascismo...) e con il Giappone e cominciò la costruzione della “grande Germania”. Occupò l'Austria e alcune regioni della Cecoslovacchia (i Sudeti, la Boemia, la Moravia). Voleva occupare anche il “corridoio di Danzica”, terre tedesche prima del 1919 e ora assegnate alla Polonia. La Società delle Nazioni non intervenne, ma si preparava la Seconda Guerra Mondiale.

Il primo dopoguerra in Germania

La neonata repubblica di Weimar aveva preso il posto del “reich” di Guglielmo II. Aveva firmato l'armistizio per terminare la Prima Guerra Mondiale e aveva subito le umiliazioni imposte dai vincitori. Al potere vi era il partito socialdemocratico (riguarda gli appunti sul socialismo), diviso tra riformisti e rivoluzionari (come in Italia, come in Russia...). I socialisti rivoluzionari si diedero il nome di “spartachisti” (dal nome dello schiavo romano Spàrtaco che si era ribellato) e cercarono di attuare nel 1919 un colpo di stato simile a quello russo (riguarda gli appunti...), ma fallirono. I loro capi, tra cui Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, furono arrestati e uccisi; la democrazie resistette grazie all'appoggio dell'esercito e della borghesia.

Lo scontento però aumentava tra:

  • i disoccupati e coloro che non potevano vivere dignitosamente a causa dell'aumento esagerato dei prezzi (inflazione);

  • i nostalgici della monarchia che accusavano la repubblica di aver accettato una pace vergognosa, che aveva sottratto territori abitati da popolazioni tedesche e le migliori regioni industriali.

La repubblica cercò di reagire, soprattutto grazie ai capitali statunitensi che ridiedero vita a molte fabbriche tedesche, facendo diminuire la disoccupazione.



Molte forze contrarie alla democrazia si organizzarono nel Partito Nazionalsocialista, fondato da Adolf Hitler, il cui simbolo era la svastica (una croce uncinata, antico simbolo sacro).

Le sue idee, pubblicate nel libro “La mia battaglia” (Mein Kampf), erano innanzitutto nazionaliste: proponeva di non rispettare i trattati di pace, di ricostruire l'esercito, di riprendersi i territori sottratti, di estendersi a est (nello “spazio vitale”) a scapito della Polonia e della Russia.

Erano poi razziste: sosteneva che la “razza germanica” fosse destinata a governare il mondo, a scapito dei “latini” e degli “slavi” e che gli ebrei ( causa, secondo lui, della sconfitta tedesca e della rivoluzione comunista russa) fossero “animali nocivi” all'umanità.

Erano anche autoritarie, contrarie alla democrazia, ed esaltavano il culto della forza. Per questo Hitler, quando sarà al potere, proporrà al popolo tedesco riti e “liturgie” alternative a quelle delle chiese cristiane.

Il partito nazista (così venne chiamato) organizzò squadre armate (chiamate “camicie brune” e simili alle squadre fasciste) con le quali tentò nel 1923 un colpo di stato (in tedesco “putsch”). Anche questa volta la repubblica sopravvisse e Hitler venne incarcerato.