Storia - Italia, una repubblica costituzionale

Il cammino che ha portato il nostro Paese ad essere una repubblica dotata di una costituzione è lungo oltre un secolo.

Dopo il Congresso di Vienna tutti i regni italiani furono nuovamente governati dai precedenti sovrani, ma ovunque il popolo (borghesia) voleva alcune delle libertà che aveva assaporato al tempo di Napoleone.

I liberali (così si chiamarono coloro che lottavano per maggiori libertà) chiedevano innanzitutto una costituzione, affinché il re non governasse come un monarca assoluto. Talvolta la ottennero, ma sempre i loro moti furono repressi e le costituzioni ve
nnero annullate.

La prima costituzione duratura fu concessa nel Regn
o di Sardegna nel 1848 dal re Carlo Alberto: lo “Statuto Albertino”. Prevedeva un Parlamento, composto da Camera e Senato, e un Governo nominato dal re.

Le idee repubblicane non si erano mai spente, sostenute ad esempio da Giuseppe Mazzini e dall'organizzazione “Giovine Italia”, tuttavia l'Italia restò una monarchia governata dalla dinastia Savoia, che utilizzò lo Statuto Albertino come costituzione dello Stato.
Vittorio Emanuele II ne fu il primo re, al quale succedette il figlio Umberto I.

I re d'Italia governarono sempre con l'aiuto del Parlamento, ma talvolta preferirono usare la forza: per reazione re Umberto I fu assassinato nel 1900. Gli succedette Vittorio Emanuele III.


Dopo la Prima Guerra Mondiale, re Vittorio Emanuele III nominò primo ministro Benito Mussolini, capo del Partito Fascista, che instaurò in Italia un regime totalitario durato circa vent'anni.
Caduto il regime fascista, perduta la Seconda Guerra Mondiale, il popolo italiano non ha più fiducia nella dinastia Savoia. Nel 1946 si svolse un referendum nel quale la maggioranza scelse di istituire una repubblica: i Savoia vennero esiliati in Portogallo.


Contemporaneamente fu eletta un'Assemblea Costituente per redigere
una costituzione repubblicana.
L'Assemblea approvò la nuova costituzione,
tuttora in vigore.

Ecco il testo della Costituzione Italiana.


Nessun commento:

Posta un commento